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BONAVENTURA FOPPOLO
ANTEA
Storia di una piccola comunità
della Valle Brembana
dal Trecento a oggi
Pagine 248 – cm 165x235 -16 – gr. 650
EAN 9791280344304
Corponove Editrice – Ottobre 2022
€ 18,00
Copertina d’una bellezza così semplice e così perfetta da far pensare a un
quadro di Morandi. Vi è già nello sguardo un sentimento e una sorpresa. 248
pagine per una piccola comunità distesa sul declivio di un monte sopra San
Pellegrino Terme. Antea, l’antica Antìa, le cui prime tracce si trovano fra
il XIII e il XIV secolo a Bergamo, dove operavano diverse persone di rango che
si facevano chiamare “di
Antìa”. Così esordisce il professor Bonaventura
Foppolo, nella sua presentazione.
Tra le persone di rango di Antìa, Giovanni di Lanfranco, cittadino di
Bergamo, proprietario dei castelli di Spirano e di Medolago e di grandi
estensioni di terre in pianura a metà del Trecento. Altri personaggi erano
giudici, presbiteri, notai, il più noto dei quali era Castello de Castelli, l’autore
della cronaca delle lotte tra guelfi e ghibellini dal 1378 al 1407. Già agli
inizi del Duecento Antea era Comune autonomo, assorbito poi da San Gallo
all’inizio della Signoria dei Visconti, nella cui orbita rimase durante la
dominazione veneta e oltre, fino al 1928 quando Antea divenne parte del Comune
di San Pellegrino, cittadina termale in un periodo di illustri ospiti come la
regina.
La storia di Antea, dopo il Trecento, non si è discostata da quella delle
contrade limitrofe: i suoi abitanti erano poveri contadini, boscaioli,
allevatori e tessitori di rozzi panni di lana. L’emigrazione verso la pianura e
verso orizzonti più lontani (a Genova, nelle Americhe e in Francia) continuò fino
a metà del XX secolo, senza tuttavia cambiare di molto la loro sorte. Li
sosteneva la fede, che li ha portati a edificare nel Settecento una prima
piccola chiesa e poi una più capiente, con uno sforzo economico enorme. Era
forte, inoltre, lo spirito di comunità e il senso della famiglia che hanno
consentito loro di sopravvivere alle malattie, ai lutti, alle carestie,
condividendo i momenti di gioia ai matrimoni, ai battesimi e nelle feste
religiose, soprattutto quelle dedicate alla Madonna della Salute. La presenza
del cappellano ha costituito un elemento di coesione e di identità per gli
abitanti di Antea e, quando è venuto a mancare, è stato sostituito
dall’iniziativa dei giovani che continuano a mantenere e valorizzare le
tradizioni e contemporaneamente si aprono ad ogni proposta di modernità. Sulla
base della documentazione notarile e sui registri delle nascite, delle morti e
dei matrimoni della parrocchia di San Gallo (tra il 1675 e il 1918) è stato
possibile ricostruire le genealogie delle sei principali famiglie della
contrada: Scanzi, Sonzogni, Orlandini, Foppolo, Avogadro, Galizzi.
Alla memoria riaffiorano tanti momenti e ricordi
felici, scrive il vicesindaco di San Pellegrino Terme, Vittorio Milesi, memorie
«nate frequentando la Scuola Elementare, la coinvolgente ricorrenza dei festeggiamenti
per la Madonna della Salute, che si rinnovano tuttora ogni 21 novembre, e la
carismatica figura di un grande sacerdote, don Giuseppe Cadei, vero pastore per
la comunità di Antea prima e di San Pellegrino Terme poi. Per questo speciale
legame, Antea mi è rimasta nel cuore e sono grato al professor Bonaventura
Foppolo per la professionale e appassionata ricerca dispiegata in pagine interessantissime
che accendono i riflettori sulla sorprendente e straordinaria storia di questa
nostra piccola e vivace comunità dall’antica storia. Confidiamo che riscoprire le proprie radici nella
sorprendente storia di Antea, sia per le giovani generazioni (ben sorridenti
sul retro di copertina), una occasione per meglio comprendere l’impegno, la
capacità e il carattere di coloro che ci hanno preceduto. A noi tocca la
responsabilità di conservare, migliorare e arricchire le nostre realtà per
consegnarle a chi verrà dopo di noi.
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