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Piero Galizzi
IL DIARIO DEL CAFFÈ
Una chicchera di esistenza
Pagine 128 mm 25x195 – maggio 2020
Dipinti di Piero Galizzi
ISBN 9788899219864 Euro 14,00 gr. 170
 
Un libro intenso di pensieri, lieve e svelto nella scrittura. È inutile cercare una trama. Non c’è. È un cofanetto dove l’autore conserva le più belle pepite che va raccogliendo di notte. E non sempre ne trova perché, si sa, le pepite sono rare. Le trova setacciando il suo vissuto, sono considerazioni un po’ inaspettate, sorprendenti, un po’ strane, sempre originali e personali. Frammenti di felicità, la spiritualità con Carlo Carretto, baccalaureato in filosofia, il lungo ritiro a Spello (il distacco dalle cose) e poi con la moglie a Bose, il sindacato, il populismo, la via crucis e i crucifige dei nuovi poveri cristi, Mandela: io comandante della mia nave, l’alpinismo, poesia del Sergio, il nonno in guerra citando Remarque, il “periodo blu” dell’autore col dipinto in copertina (senza offesa a Picasso, giunto infine tanto all’essenza da dipingere come un bambino), L’ultima cena mia e la Barca nella tempesta, Wan Gogh e le lettere a Theo, sull’amicizia....
Ribadisce l’autore, nel risvolto di copertina, che le pepite sono notturne. La notte in montagna non è disturbata - tutt’al più qualche cane che abbaia alla luna – non è dispersiva, è stimolante. Per alzarsi nottetempo l’autore non ha bisogno di puntare la sveglia, semplicemente si alza per gustare un caffè... Il caffè è l’unica sua arma per buttar fuori un visitatore indesiderato e alquanto ostinato. Da molti anni viene a visitarlo quasi tutti i giorni, o di giorno o di notte: il mal di testa. Un diario notturno all’aroma di caffè... Non c’è una trama, ma un filo conduttore sì...
Il Piero della Fopa, così lo chiamano gli amici, è nato in un piccolo paese della Valle Brembana. Anni? Quando era giovane rispondeva: «ne avrò 50 nel 2000». Ora risponde: «ne avevo 50 nel 2000». È sempre lì. Altre notizie biografiche sono sparpagliate dentro le pepite.