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Denis
Pianetti
CARONA: GLI ANNI DELLA
RIVOLTA
LA TORMENTATA VICENDA
DI DUE CHIESE E UNA COMUNITÁ
Formato 170x240x15 -
Pagine 216
- gr. 500
EAN13 9791280344113 - €
15,00- Luglio 2021
Denis
Pianetti, autore ben conosciuto soprattutto per il
successo del suo libro “Cronaca di una Vendetta – La vera storia di
Simone
Pianetti”, districandosi con perizia tra la miriade di documenti,
lettere,
relazioni, ingiunzioni, articoli di giornale, ha saputo delineare una
storia
quasi dimenticata, una storia travagliata di Carona e della sua gente,
cogliendone le complesse dinamiche, evidenziando i caratteri dei
principali
protagonisti, facendoli rivivere e agire in queste pagine a distanza di
oltre
un secolo.
Era il 12 giugno 1921. Alla presenza del Vescovo di Bergamo Mons. Luigi
Maria
Marelli, fu consacrata la nuova chiesa parrocchiale di Carona, antico
borgo
alpestre situato lungo il fiume Brembo tra le montagne dell’alta Valle
Brembana, un evento comune ad altri paesi, se non che all’origine di
quella
chiesa vi è una storia particolare. E piuttosto drammatica.
Un paese diviso in due, al di là di evidenti lotte fra partiti, decine
di
carabinieri a sedare sommosse e a proteggere sacerdoti minacciati di
morte,
battesimi e funerali celebrati “in proprio” da una parte dei
parrocchiani,
senza la presenza di alcun prete. Una discordia protrattasi per diversi
anni,
dai primi del Novecento fino ai giorni della consacrazione.
Protagoniste due
contrade, Fiumenero e Porta: la prima dove sorge l’antica chiesa
quattrocentesca, ostile alla seconda contrada, perché con immani sforzi
e
sacrifici, si è voluta la chiesa grandiosa, quale si ammira oggi. Le
divergenze
d’animi, giunte al loro culmine fra il 1913 e il 1914, ebbero
conseguenze dolorose
per l’intero paese, rimasto senza parroco e senza curato, tanto che
dovettero intervenire
le forze dell’ordine e autorità come l’on. Bortolo Belotti, il Vescovo
Radini
Tedeschi e il suo successore Marelli.
I fatti di Carona - scrive Tarcisio
Bottani - vengono
contestualizzati nel più esteso ambito della Valle Brembana di quel
periodo,
focalizzando l’attenzione sulle non facili condizioni delle comunità di
montagna, rispetto ai paesi del fondovalle, e in particolare di San
Pellegrino.
La contesa fu lunga, estenuante, feroce, condotta senza esclusione di
colpi,
che vede i “ribelli” accanirsi, senza concrete prospettive di successo,
contro
le autorità religiose e civili, contro i compaesani della parte
opposta, tra i
quali non mancavano amici e parenti. Si immagini quale sarà
stato lo
strazio di chi dovette dare l’estremo saluto ai propri cari, non di
rado
bambini, senza il conforto delle funzioni religiose e senza
l’assistenza del
parroco.
Quale valutazione possiamo dare di questo quarto di secolo
di divisioni,
dispute e battaglie in cui fu coinvolta la popolazione di Carona? Quale
giudizio sulla disperata contesa degli abitanti di Fiumenero per
difendere la
loro vecchia chiesa? Non c’è dubbio: un giudizio di grande rispetto, al
di là
della condivisione o meno delle ragioni che essi potevano addurre. Il
rispetto
che si deve a chi ha avuto la forza di lottare e di pagare di persona,
anche a
costo di rinunciare al conforto della pratica religiosa, non per
qualcosa di
attinente all’interesse materiale e individuale, ma per quello che
ritenevano
il bene comune.
Una storia di lotte e di antagonismi,
di errori e di
pentimenti. La Grande Guerra e la febbre spagnola smorzarono alla fine
i toni
della rivolta e, dopo anni di tensioni, e di insoliti quanto curiosi
episodi,
anche gli ultimi ribelli presero la strada del pentimento e della
conversione,
varcando anch’essi la soglia della nuova chiesa.
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