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Cesare
Quarenghi
IL
COMANDANTE GASTONE
Partigiani
in Val Taleggio
Formato
140x200 x13 - pagine
264
Ean
9791280344182 - € 16,00 - ottobre 2021
La Valle
Taleggio subito dopo l’8 settembre 1943 vide
la presenza delle prime formazioni che diedero un contributo importante
alla
lotta di liberazione. Le fasi della Resistenza in questa zona sono
ripercorse e
analizzate da Cesare Quarenghi, che si basa sulla cospicua saggistica,
anche
recente, prodotta sull’argomento, oltre che sulla memorialistica e su
varie
testimonianze che ha avuto modo di raccogliere. Vengono così
puntualizzati
alcuni episodi, chiarite vicende non del tutto lineari e delineate
figure dei
principali personaggi. Su tutti si staglia quella di Gastone Nulli, per
alcuni
mesi comandante dell’86ª brigata Garibaldi operante in Valle.
Questa figura controversa (che nell’autunno del 1944 scese a patti con
i
nazifascisti e abbandonò la Valle, sciogliendo la sua formazione, alla
fine
della guerra fu oggetto di un’inchiesta che lo ritenne colpevole di
tradimento
e collusione col nemico) viene qui analizzata sotto un’ottica diversa,
che ne
evidenzia anche l’autonomia di giudizio e le doti di leader quasi
carismatico.
L’obiettivo dichiarato dell’autore è quindi di appurare chi fosse
realmente
Gastone e se l’accusa di tradimento è provata o no, ponendosi in
alternativa
con quanto è stato scritto su di lui in tre quarti di secolo.
Si approfondiscono quindi le vicende dell’86ª brigata Garibaldi, che
operava in
quella parte occidentale della Val Brembana con il rilievo del Resegone
che divide
ed unisce alla Valsassina e al Lecchese.
Il suo comandante, Gastone Nulli, già ufficiale del genio e del SIM
(Servizio
Informazioni Militari), dopo l’8 settembre 1943 e dopo aver preso parte
alla
prima banda partigiana distrutta in un rastrellamento sul Cancervo il 4
dicembre 1943, passa inverno e primavera a Milano, collegandosi ad un
mondo
antagonista di ispirazione comunista, stabilendo, lui anticomunista,
rapporti di
reciproca simpatia. Di forte personalità, punto di riferimento per
giovani
disposti a darsi alla macchia, Gastone è socievole, convincente, ama i
piaceri
della vita. La sua autonomia di giudizio lo porta a decisioni che hanno
la loro
logica e i loro vantaggi, ma sono talora pericolose o addirittura
provocatorie
per le forze in campo. Così, quando è costretto, per assicurare
maggiori
risorse alla sua formazione, ad entrare nella 2ª Divisione Garibaldina,
non
saranno pochi i problemi, le frizioni e infine lo scontro che lo
porterà a
lasciare la brigata a fine novembre 1944 e ad andarsene con il bollo
infamante
di voltagabbana e di traditore passato ai tedeschi.
La vulgata dei racconti resistenziali che riguardano Gastone e la Val
Taleggio
parte da questo giudizio come da un punto inconfutabile, che, però, a
parere
dell’autore, è stato assunto in modo piuttosto acritico.
L’autore, già preside di un Liceo cittadino, revoca in dubbio questo
assioma e
crede di poter concludere in modo opposto. Con tutto ciò l’intento non
è quello
di santificare Gastone del quale, dopo aver riconosciuto le virtù, ci
si guarda
bene dal voler minimizzare i difetti. Ci si limita a registrare
l’improbabilità
che Gastone abbia tradito. In questa indagine emergono molte cose: la
vita di
quel tempo in Val Taleggio, l’atteggiamento di persone che in quella
storia
hanno avuto ruoli talora di un certo rilievo, le luci e le ombre del
comandante
Gastone e, inoltre, la filigrana della catena di comando garibaldina,
sino
all’eccidio con cinque morti compiuto dai garibaldini a Vedeseta il 24
novembre
1944 che è stato per lo più narrato come un fatto fra il fisiologico e
il
consequenziale... come a dire che Gastone (che pure scampa alla strage)
in fondo
se l’è andata a cercare!
La Resistenza è una parte non secondaria della nostra storia recente;
parlarne
è certamente importante, fondandosi anche su nuove ricerche, sempre con
lo
sforzo di meglio capire ciò che è veramente successo, per onorare la Resistenza e
restituire
la sua verità effettuale a noi oggi e a quelli che verranno.
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