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BATTISTA
ROTA
UN VIAGGIO CONTINUO
Pagine 136 - cm 140x200x10
EAN 9791280344168
settembre 2021 - € 15,00
Ben
scrive la prefazione del libro l'autorevole curatore che prese i fogli
scritti
a mano un po' per revisionare e un po' per dare un suo parere. E il
primo
parere fu che Battista aveva scritto non proprio un libro, più che
altro una
sorta di antologia di ricordi e di aneddoti. «Con questa raccolta di
ricordi,
alcuni palesemente di terza mano essendo ambientati almeno 40 anni
prima della
sua nascita, tentava di ripercorrere la vita e le opere di suo padre,
ovvero
quello che dovrebbe essere il protagonista del libro che avete in mano:
Mario.
Una
venerazione che porta a
cercare di essere come la persona venerata, arrivando ad un processo di
immedesimazione. La linea di demarcazione diventa talmente sottile e
invisibile
da diventare quasi impossibile, anche all'autore stesso, capire dove
finisce
Mario e dove inizia Battista o viceversa.
Chi non ha conosciuto Mario in vita, non potrà mai farsi un'idea
precisa della
persona leggendo questo libro, ma potrà farsi un'idea di quanto fosse
grande
l'amore di Battista per il padre. Un amore che faceva accettare a
prescindere e
di buon grado tutte le idee e le smanie di quell'uomo anche quando le
decisioni
erano particolarmente discutibili.
Una vita scandita da cambi di abitazione, di negozi, compravendite e
ambizioni
alla ricerca di una chimera.
Sicuramente un gran lavoratore che non guardava in faccia nessuno, a
volte nemmeno
la moglie, tant'è che leggendo il libro si evince che non veniva
nemmeno
interpellata quando si parlava di affari, è così e basta, ma
probabilmente
capace di farsi amare da lei e dal proprio figlio, un figlio che
vorrebbe
essere tutt'ora come lui.
Leggendo, non aspettatevi Shakespeare, prendete il libro per quello che
è: un
bouquet di ricordi, di avvenimenti che talvolta zoppicando narrano la
storia di
un padre e di un figlio. Avvenimenti di un'epoca passata che visti con
gli
occhi di oggi potrebbero stare comodamente in panciolle sul filo del
politicamente scorretto, ma che all'epoca erano la norma. Quell'epoca
nella
quale si migrava dalle piccole realtà per cercare fortuna nelle grandi
metropoli, dove Milano era l'equivalente di New York oggi. L'epoca in
cui si
stava bene anche se non si aveva niente, l'epoca nella quale bastava
una
caramella per far felice un bambino, l'epoca in cui si mangiava quella
minestra
o si saltava dalla finestra, l'epoca che forse non era così
malaccio...».
Raccontano silenziose anche le venticinque fotografie
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