|
NAZARETH
SIMONCELLI
LA ZUCCA VIOLINA
Storie oltre il cancello
Pagine 80 - cm 150x180x7
EAN 9791280344151
Settembre 2021 - € 13,00
“Se un piccolo seme ha più forza di un destino avverso, un semplice
sorriso
moltiplicherà il cielo in universo?”.
Non era un seme perfetto, per questo prediletto. Così comincia la
storia della Zucca
Violina.
Barbabianca era un contadino stagionato, di quella stagionatura genuina
di chi
conosce e il passo delle cose sulla terra e la misura del tempo che
scorre.
Barba riccia, naso storto, sorriso a tagliare in due il suo viso e
l’abitudine
di mettere la esse davanti alle parole.
L’inverno volgeva al termine. Aggiustato un ciocco di legno sul fuoco,
Barbabianca
pensò di scendere in cantina a prendere i suoi semi. Ogni anno
conservava, il
meglio per la nuova semina. Ma, aspetta oggi aspetta domani, si ritrovò
il più
grande disastro per un contadino d’esperienza come lui. Tutti i semi di
zucca smangiucchiati.
“Cosa mi son dimenticato?”, “Non ho più smemoria”. “Ho slavorato come
pochi...
e guarda che disastro!” Un inverno senza zucca, una mezza sciagura. Ma
fu proprio
la “tragedia” a dar inizio a una bellissima storia. Fra le sue mani
“Sparlanti
di fatica e sudore”, in un arpeggio di rughe, si ritrovò un semino,
salvatosi
per caso. Un due terzi di seme. Se lo rigirava fra le dita per capire
se
avrebbe dato frutto. Ormai spensierava.
Alla
tranquillità della casa si contrapponeva l’oltre
il cancello, un mondo... sottosopra di padroni d’ogni mestiere,
professione e
azione, compreso il vivere a danno di altri. Oltre il cancello, un orto
ricco
con qualche tranello.
Il pensiero di Barbabianca era tutto per quel seme ammaccato, sarebbe
riuscito ad affrontare le avversità del sopra,
del fuori? Lo custodiva e gli parlava. “Il seme è la vita oltre la
morte”. Prese
quel seme rosicchiato, lo mise in terra nel punto più soleggiato
dell’orto, lo
delimitò a dovere (“Stavolta non voglio sconfondermi”) lo innaffiò e
incominciò
sperare in quel seme sciancrato, la esse qui ci vuole. Gli
avrebbe fatto un dono, anzi tre. Glieli avrebbe messi in uno zainetto,
per
quanto piccolo, ne conteneva d’affetto... Nello zainetto aveva
messo... Calma,
calma, quanta frenesia per un poco di poesia.
Questa è solo una breve sintesi della premessa, ora dei lunghi capitoli
diamo
soltanto il titolo: Capitolo Primo: I tre doni; Capitolo
Secondo: La
caverna della conoscenza; Capitolo Terzo: Un’estate
al fulmicotone. Infine Il dopo.
Una meraviglia di storia. Il buio e la luce: in un
sogno, la visuale
diversa, dove è il cielo a far da sfondo e non la terra. Tanti
personaggi: Il Grillotalpa
assai istruito; le rosse formiche e Rufus, il generale con passo
marziale; il Grande
Macaone, Magnifico Rettore, che sull’isola dello stagno, parla da colto
e
dialoga col ragno. Lo scarabeo culturista, vero perfezionista;
Coccinella
Settepunti, investigatrice.
Una ‘sfilata’ funebre di rara bellezza. Visi tirati, lacrime assenti,
“Requiem Aeternam...”,
dicon compatte, le rosse formiche con Rufus che batte la triste
cadenza, con inaudita
violenza.
Il
semino era di strada, quando sentì un lamento, che
non era d’insetto, ma d’una bianca bacchetta, che era una Forchetta.
Plastica
gettata o in quel posto dimenticata, la natura mortificata. “Di giorno
m’han
usata per gettarmi usurata” nella bieca indifferenza della gente e
della terra.
E la Signora Toparagno? Oppure
Toparagna?
Risolto:
la
moglie del Toporagno. Occhietti azzurri, piena di interessi essendo in
stato
interessante di bei toporagnini. Il semino spensierò: cosa è una mamma?
Rufus con arroganza: “Oltre il cancello sarà finalmente comandato da
noi... Ci
sbarazzeremo di questa marmaglia di invalidi insolenti, di scappati di
casa e
di quella zucca portatrice di insetti dolenti”. Non finirà così. E
Barbabianca
avrà la sua zucca
Morale della favola: “Il piccolo seme sciancrato ci ha insegnato...
ditelo voi.
Comunque nessuno sarà mai solo in un orto di piante e il bene vince
anche se
muore. Suoniamo in onore di una zucca piccina che, divenuta grande, si
chiama
Violina”.
Barbabianca stavolta i semi li avrebbe messi sotto chiave... una chiave
di
violino.
.
|